miercuri, 27 ianuarie 2021

Venerdì, 22 gennaio 2020, l’Ambasciata di Romania presso la Santa Sede, l’Istituto di Lingua romena di Bucarest, assieme all’Pontificio Istituto Orientale (PIO) e l’Associazione Dacia hanno ospitato un evento online, dedicato al162esimo anniversario dell’Unione dei Principati romeni, detta anche Piccola Unità. 

L’evento è stato moderato dalla dott.ssa Eugenia Bojoga, titolare della cattedra lingua e cultura romena presso il Pontificio Istituto Orientale. S.E. l’Ambasciatore di Romania presso la Santa Sede, Liviu-Petru Zăpârțan, ha rivolto calorose parole di saluto agli ospiti romeni e agli amici italiani presenti, ricordando come il 1859 sia stato il frutto e l’espressione dell’unità dell’identità romena, quell’unità che lo scrittore Mihai Eminescu ha saputo cogliere ed esprimere in modo sublime. 

Anche la direttrice dell’Istituto di Lingua romena di Bucarest, Prof.ssa  Daiana Cuibus, ha tenuto a ringraziare i presenti e a sottolineare la funzione di collante della lingua romena all’interno della nazione ma anche il suo ruolo di ponte per l’amicizia con altri popoli, di cui la cattedra di romeno presso il PIO è un esempio. Gli studenti di romeno presenti all’evento, hanno recitato poesie di Eminescu in lingua romena. Lo scrittore Armando Santarelli, studioso appassionato della cultura romena, ha parlato dei molti parallelismi tra il risorgimento italiano e quello romeno e dell’amicizia che si è instaurata tra i fautori delle due Unità nazionali, citando le parole che Cavour rivolse al Ministro degli Esteri della Moldavia, Vasile Alecsandri, in visita a Torino nel marzo 1859 per annunciare l’Unione.

I Romeni, questi fratelli lontani degli italiani, hanno dato prova di patriottismo ed un esempio di concordia che noi, italiani, siamo pronti a seguire (…). L’Unione dei Principati e la consultazione del voto del popolo è l’inizio di una nuova era nel sistema politico dell’Europa. Esse prepareranno, col loro trionfo, l’unione di tutti gli italiani in un solo corpo, giacchè oggi nessuno può più impedire che il meraviglioso atto compiutosi alle falde dei Carpazi non si realizzi anche ai piedi delle Alpi.
 
L’amicizia tra gli intellettuali e politici italiani e romeni dell’epoca non fu fortuita essendo i due popoli accomunati, oltre che dalla volontà di emancipazione nazionale, da una comune radice culturale latina. 
Lo storico Fernando Crociani Baglioni ha ripercorso insieme ai presenti, la serie di eventi che hanno portato all’unificazione ed il suo consolidamento, prima nella figura del domnitor Alexandru Ioan Cuza e poi del re Carlo I di Romania, della casata dei Hohenzollern-Sigmaringen. 

La dott.ssa Tatiana Ciobanu ha riportato invece alla memoria l’abilità del principe neo eletto Cuza il quale, consapevole della non perfetta conformità della sua doppia elezione allo spirito della Convenzione di Parigi del 19 agosto 1858, riuscì a persuadere i capi diplomatici stranieri della necessità dell’unione per un popolo “che va trasformandosi e che ha soprattutto bisogno d’ordine e di calma nei momenti così difficili di una transizione”. L’Unità è stata una conquista di civiltà per i romeni e rimane una attuale necessità ai nostri giorni. La lungimiranza, il coraggio e la perseveranza delle illustri personalità dell’epoca rimangono per noi una fonte di ispirazione. 


 

Ass.ne Dacia

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